Cari TG, vi scrivo…
Bugie dette per ignoranza o per tornaconto?Cari TG del mondo intero, vi scrivo: nel 2016 e a circa meno di un secolo dall’entrata nell’èra astronomica dell’Accuario, non credete che sia venuta l’ora di arrendervi all’evidenza? Cuale? Cuella che i peccati dell’uomo e il suo operato incuinante nulla ànno da spartire col naturale spostamento dell’asse terrestre e, perciò, dei poli Antico e Antartico. Istante dopo istante essi si spostano di 1 metro e alcuni centimetri l’anno, alla faccia di coloro che non lo sanno o cui fa comodo fingere di ignorarlo. Trattandosi di un movimento che si svolge impercettibilmente, ce ne rendiamo conto soltanto cuando ciò inizia a diventare fenomeno, cioè cosa evidente. Ma, cuando lo diventa, incute spavento alla massa che viene mantenuta nell’ignoranza di molte cose, tra le cuali cuella, mentre fa gioire coloro che, per ragioni varie, non sempre valide, devono dominare il popolo.
I poli sono spostati dalla Stella polare. Si tratta dell’ultimo astro della coda dell’Orsa minore, la prima di 12 costellazioni che si spostano, istante dopo istante, in senso orario attorno al Sole. Cuest’ultimo è invece un astro fisso, nel senso che, pur girando su sé stesso, non descrive alcuna traiettoria. In tal senso sono fisse anche le 12 costellazioni zodiacali, come le 12 ore dell’orologio. La Terra — che corrisponderebbe alla piccola lancetta dell’orologio —, rivoluzionando in senso antiorario attorno al Sole, indica i secondi, i minuti, le ore, i giorni, le settimane, i mesi, le stagioni e gli anni. La Stella polare — che sarebbe la grande lancetta dell’orologio —, rivoluzionando in senso orario attorno all’astro diurno, segna, una dopo l’altra, le 12 ère astronomiche.
Un minuto dura 60 secondi; un’ora, 60 minuti; 1 giorno, 24 ore; una settimana, 7 giorni; un mese, circa 30 giorni; 1 anno, 12 mesi. E, bene o male, ne siamo tutti coscenti, perché si tratta di periodi relativamente brevi e che vanno ripetendosi ogni volta che si compie un ciclo. Ciò di cui non abbiamo invece alcuna memoria consapevole è la durata di un’èra astronomica. Procedendo impercettibilmente istante dopo istante, essa si completa in circa 2160 anni e l’intero ciclo in più o meno 26 millenni.
Pertanto il fenomeno dei poli (non soltanto terrestri), che si spostano e perciò si sciolgono, è astronomico, cioè assolutamente naturale. Il ciclo delle 12 ère astronomiche inizia dall’era dell’Ariete, la prima, e, 2160 anni dopo 2160 anni, si conclude e ricomincia duncue ogni 26000 anni.
La Terra gira allora non soltanto su sé stessa da sinistra a destra, ma pure come una ruota, in senso orario. Se non girasse anche così, la natura sarebbe infinitamente più crudele di cuanto pensiamo già che lo sia. Ovvero sarebbero sempre gli stessi popoli a subire le stesse condizioni, non solamente climatiche, mentre gli altri godrebbero un clima regolare, come avevano finito per credere… E no! L’espressione: «La vita è movimento» significa pure, anzi soprattutto cuesto. Rammentiamocelo!
Muovendosi i poli, si spostano anche i continenti, le stagioni, perciò le condizioni climatiche: nulla di più ovvio e naturale! Anche l’espressione: «Perdere il Nord» non è nata per dire ciò che ci siamo abituati a capire.
Si vuol diventare migliori, smetterla d’incuinare ecc.? Nessun problema: si cessi di sprolocuiare e si agisca di conseguenza! Cioè la si smetta di lamentarsi e di spaventarsi a morte a vicenda e ci si dia da fare per cambiare il cambiabile! Ma se non lo si fa, vuol dire che nulla di cuanto si prevede o si afferma è vero. Sicché piace, eccome!, accusarsi e terrorizzarsi reciprocamente.
2-9 marzo 2016
Adamo e Adama
La vera parità dei sessi comincia dal nesso fra i terminiLa parità dei sessi inizia dalla lingua. Insieme con altre lingue (non so né cuali né cuante siano), l’italiano à creato tra i due sessi un abisso per mezzo delle parole: donna, che significa signora, e uomo che deriva da humus, terra. Cuindi già la lingua considera inferiore l’uomo. Spiegabile duncue, anche se non giustificabile, il timore, l’odio o l’aggressività dell’essere inferiore contro la signora.
Tra le altre lingue (non so né cuali né cuante siano) che rispettano l’uguaglianza fra i sessi, mi vengono in mente l’ebraico e l’inglese. Gli ebrei dicono ish (uomo) e isha (donna); gli inglesi man e woman.
Una delle traduzioni della bibbia in italiano ci fa leggere la parola adamo al plurale: adami. Col plurale adami ci si riferisce ai primi due esseri umani che, secondo l’autore sacro dello specifico racconto biblico, sono l’ish (che Yahweh à tratto dalla terra — Adamo vuol dire proprio tratto dalla terra —), e l’isha (la compagna che il dio à ricavato da una costola dell’ish di nome Adamo — perciò isha verrà denominata Adama —). Cuindi entrambi gli adami vengono dalla terra. Sarà l’ish Adamo a dare all’isha Adama il nome di Eva (che significa vita) e glielo imporrà per scongiurare o, comuncue, attenuare, attutire le maledizioni scagliate da Yahweh dopo che ebbero peccato.
Ma che la prima isha porti il nome di Eva non farà di lei una persona superiore. Infatti per gli ebrei Eva rimarrà la prima isha.
Ovvero nelle lingue in cui non si opera una netta distinzione fra i due sessi del genere umano, tra le cuali duncue l’ebraico e l’inglese, non esiste, almeno a livello di vocabolario, discriminazione sessuale. Cuindi la parità dei sessi che tutti vogliamo è cuesta: la non differenza tra i due sessi in cuanto esseri umani, figli della terra. In cuanto generi, sono invece diametralmente opposti. Cuesta disparità è stata, è e rimarrà illivellabile. Ma non si tratta né di superiorità né di inferiorità della persona. Si tratta naturalmente di complementarietà. Il giorno in cui ci arriveremo, potremo parlare di effettiva parità dei sessi e, soprattutto, saremo effettivamente capaci di viverla con consapevolezza e serenità. Potremmo iniziare sostituendo il termine donna con la voce uoma; il vocabolo femmina con la parola maschia: l’uomo e l’uoma; il maschio e la maschia.
9 marzo 2016
Si è violenti perché si è infelici
Si è infelici perché si ignora chi si èÈ logico che una volta molte cose erano migliori. Ne può essere la prova il ritorno all’agricoltura naturale (biologica), per esempio. Partendo da cuesto presupposto, sono certo che è esistito un lungo periodo in cui anche l’uomo orientale comprendeva il carma e la reincarnazione nella loro esatta funzione. Ciò prima che scadessero, anche in oriente, a filosofia, a religione e a trame letterarie alienanti dalla realtà.
Il carma è il motore di tutto. Senza il carma nulla esiste. E la reincarnazione è, ogni volta, la seconda possibilità che abbiamo per reintegrarci nel piano armonico universale, da cui ci siamo allontanati. Tuttavia cuesta reintegrazione dipende ineluttabilmente dal carma di ognuno di noi.
Il carma — cioè la causa-effetto, l’azione-reazione — e la reincarnazione nulla giustificano e tutto spiegano. Il fatto che non giustifichino assolutamente e relativamente alcunché ci indispone a accettarli e, cuindi, ci induce a rimuoverli sempre più dalla nostra ordinaria coscenza cuotidiana. Cuesta rimozione non risolve assolutamente e relativamente alcun problema, anzi ne crea via via altri che non di rado vengono scambiati per soluzioni.
No, il carma e la reincarnazione non giustificano alcuna nostra azione negativa e alcuna nostra reazione negativa a un’altrui azione negativa — farebbe comodo a tutti che essi giustificassero soprattutto il male che facciamo —. Però spiegano ogni azione e ogni reazione, siano positive o negative. È perciò vitale il ritorno a cuando il carma e la reincarnazione erano compresi e accettati nella loro esatta funzione, anche educativa.
Una reazione negativa di Caio a un’azione positiva o negativa di Tizio porterà prima o poi Tizio o Sempronio a avere una reazione negativa nei confronti di Caio, la cuale spingerà Caio a reagire, ancora negativamente, verso Tizio o, stavolta, verso Sempronio che… e così via. Ciò andrà creando un circolo vizioso e, per uscirne, può non bastare una vita.
La reincarnazione vige per riuscire un giorno a spezzare il circolo vizioso carmico. Intanto, reincarnazione dopo reincarnazione, Caio farà del male a Tizio; Tizio o Sempronio a Caio; Tizio, che forse avrà finito per farsi amico Caio, se la prenderà con Sempronio che maltratta Caio e il circolo vizioso continuerà a consolidarsi…
Invece, se accettiamo che il carma e la reincarnazione esistano, ci spieghiamo ogni cosa, positiva o negativa, ma non giustifichiamo alcuna azione/reazione negativa. E, sapendo che non risolveremo mai alcunché reagendo negativamente, ci rieduchiamo a comprendere e comportarci di conseguenza.
La violenza, non soltanto umana (anche la creazione tutta è violenta da cuando l’uomo à perso il suo stato divino di «signore della creazione») è figlia biologica dell’infelicità. L’infelicità è figlia biologica del non conoscerci. E cuest’ignoranza lo è dell’esserci allontanati, milioni, se non miliardi di anni fa, dal nostro Essere interiore che da allora è diventato il nostro Inconscio. Il nostro Inconscio non dimentica e non perdona. Ciò fin dal momento in cui abbiamo rimosso dalla nostra coscenza di tutti i giorni il nostro Essere interiore, appunto, e con esso cuel nostro stato divino.
Dato che si sta avvicinando non la festa delle donne, ma la Giornata internazionale della Donna — ciò che è «pesantemente» diverso!* — e che si addita soprattutto il fenomeno della violenza maschile contro le donne, cerchiamo di capire, in chiave carmica e di reincarnazione, perché cuesto avviene.
* La «Festa delle donne» o, meglio, la «Giornata internazionale della Donna», ebbe inizio negli Stati Uniti. Allora non era un’americanata. Ciò avvenne nel 1909. Due anni dopo, la commemorazione fu adottata da alcuni paesi europei. La Giornata internazionale della Donna approdò in Italia nell’anno 1922. Come giorno commemorativo l’8 marzo venne fissato nell’anno 1917. Cuel giorno a San Pietroburgo le donne chiesero la fine della guerra. Che cosa si dovrebbe festeggiare l’8 marzo? Non di certo il riversarsi di donne nelle moderne arene per assistere in delirio a spogliarelli maschili. In origine il fine della Giornata internazionale della Donna era cuello di commemorare il riconoscimento sia delle sue lotte contro le discriminazioni e le violenze esercitate nei confronti di entrambi i sessi in vari ambienti, sia delle sue concuiste dei diritti in tali ambienti. Sicché il femminismo aveva un senso, perché si fondava davvero sulla parità. Cioè le donne si univano agli uomini per sostenerli nelle loro legittime rivendicazioni salariali, di giustizia, di non sfruttamento,… Oggi il femminismo è banalmente e pericolosamente uno stupido gioco bellico tra i sessi. Le femmine che ànno iniziato cuesto gioco continuano a partorire immaturità in loro e nei maschi. Auguri alle donne di una volta! E buono sballo alle femmine di oggi! Anche in cuesto caso, non so chi dei due sessi si diverta di più. Nonostante tutto, la donna rimane oggetto. Cambia forse il fatto che ora lei crede che non sia più così, e l’uomo glielo lascia credere.
Ma, per inciso, spero che si abbia l’apertura mentale per non fossilizzarsi sul fatto che sono soltanto gli uomini a esercitare tale violenza. Anche le donne usano violenza contro le donne, contro gli uomini e contro i bambini. E non ditemi che non è vero.
Se vogliamo rimanere fuori dalla chiave carmica e di reincarnazione, rispondiamo a tre domande:
1 – Perché un uomo maltratta una donna?
Per vendetta! Già, egli si vendica, conscio o meno, della violenza che la madre gli à fatto subire fin dal concepimento. L’inconscio non perdona.
2 – Perché una donna maltratta una donna?
Idem: per vendicarsi… della violenza materna.
3 – Perché una donna maltratta un uomo?
Idem: per vendetta! Ma in cuesto caso si vendica del maltrattamento che il padre à fatto subire alla madre e/o a lei. Cioè ciò succede perché uomini e donne sono persone segnate negativamente a vita dai genitori che, a loro volta, sono stati segnati negativamente a vita dai loro genitori che… e così via risalendo. In un certo senso la trasmissione genetica è già reincarnazione.
Se cuesta spiegazione ci soddisfa, la finiamo cui. Ai posteri la soluzione, visto che nel 2016 dell’èra cristiana non si è ancora risolto granché.
Supponendo che la spiegazione soprastante non soddisfi appieno, pongo un secondo presupposto prima di proseguire. La stragrande maggioranza di noi, esseri umani, non è stata educata o essa non à potuto, saputo o voluto educarsi a leggere i testi sacri dall’esatto punto di vista degli autori che, per salvare le loro opere e sé stessi, àn dovuto ricorrere a un linguaggio in codice, affinché i nemici non capissero. Purtroppo, con il susseguirsi delle generazioni e, di conseguenza, con la «modernizzazione» delle lingue, il senso originario di parole e espressioni è stato contaminato da definizioni che in realtà non significano più granché. Per esempio, come di certo ben si sa, la bibbia è stata tradotta alcuni anni or sono nel linguaggio corrente. Io vi ò letto la parabola del figliol prodigo. Ebbene, in cuesto racconto evangelico, ma d’origine orientale, l’espressione «rientrare in sé» è stata sostituita con il verbo «riflettere». Così, secondo me, si è commesso un crimine, perché nessuno più usa il verbo «riflettere» nel significato originario che è «rivolgere la mente all’interno per curare sé stessi». Lo stesso significato originario à il verbo «meditare» che viene da «medicare». Invece noi abbiamo finito per dare a cuesti due verbi un tutt’altro senso che non occorre che io lo riporti. Per colpa della sostituzione dell’espressione «rientrare in sé» con il verbo «riflettere» nell’odierna definizione, la parabola del figliol prodigo à perso definitivamente la sua missione di trasmettere un messaggio di effettiva salvezza, missione già fortemente compromessa dal linguaggio popolare cui l’autore à dovuto ricorrere per salvare il testo e sé stesso.
Con cuesta premessa vorrei guidare a capire che non è più tanto agevole comprendere cuale verità volessero veramente trasmetterci gli autori sacri. A meno che si abbia il coraggio di metterci a contraddire le interpretazioni ufficiali, fino a afferrare il senso autentico degli scritti sacri. Altrimenti risultano essere pericolose fantasie letterarie che istigano al delirio, alla violenza, alla distruzione. E non credo esista un’epoca che possa smentirmi. Dal fratricidio di Caino (tra l’altro costui è soltanto un personaggio letterario, come personaggi letterari sono Adamo e Eva e ben altri, inventati per veicolare la verità che gli autori «dovevano» trasmettere)… Dal fratricidio di Caino, dicevo, l’uomo «peccatore» continua a produrre violenza, distruzione e morte nel nome di un Dio che in realtà, dal primo vero Peccato originale in poi, egli non conosce più (per sapere in che cosa è consistito il primo vero Peccato originale, si legga la nota in Riflessione!).
A causa delle varie traduzioni bibliche e delle diverse interpretazioni che se ne fanno, non è più immediata la scoperta dei passi in cui, pur di sfuggita, si allude al carma, alla reincarnazione e al modo di cancellare il vero Peccatore originale. Cuesti passi sono ormai come pepite d’oro in mezzo alla sabbia… «Chi di spada ferisce, di spada perisce»; «Elia è tornato — risponde Gesù ai discepoli che gli chiedono cuando verrà il profeta —, ma non l’ànno riconosciuto e ne ànno fatto ciò che àn voluto». E i discepoli capiscono che il Maestro parla di Giovanni il Battista; «Il regno di Dio è dentro voi». Cioè il regno divino non è soltanto in Cristo, ma è anche dentro ognuno di noi: è lì dentro che occorre cercarlo e trovarlo, e non morendo fisicamente, bensì «rientrando in noi», come Gesù racconta che fa poi il figlio prodigo. Il Maestro parla di Scenza che gli ebrei ànno usurpato. Inoltre non l’ànno praticata e ànno impedito che gli altri la praticassero. È cuanto faranno anche i cristiani…
La reincarnazione è entrata in scena dopo il primo vero Peccato originale, affinché un giorno si cancelli cuesto Peccato. Perciò a reincarnarci siamo cuasi sempre le stesse vecchie anime che imparano raramente dai loro errori e da cuelli altrui.
Ecco perché il mondo si sta autodistruggendo — come si pensa e si dice, non soltanto da oggi —! Perché siamo sempre o cuasi sempre gli stessi «peccatori» a reincarnarci. E anche perché il secondo vero Peccato originale è che ci siamo posti a aspettare passivamente che la Salvezza venga dall’alto. No, la vera Salvezza deve venire dal basso. Il padre del figliol prodigo non muoverà un dito. Egli rimarrà impassibile a attendere che il figliol prodigo «rientri in sé», cioè che egli «curi sé stesso». E san Paolo scrisse che «la creazione tutta aspetta la nostra salvezza», non il contrario.
7-12 marzo 2016
© 25 luglio 2014 e-Editrice WenneW — LEGGE 22.4.1941, N. 633 PROTEZIONE DEL DIRITTO D’AUTORE – Testo consolidato al 7.3.2008: 1. 1) Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica ecc., qualunque ne sia il modo o la forma di espressione. 1. 2) Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della Convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20.6. 1978, n. 399, nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell’autore. 2. In particolare sono comprese nella protezione: le opere letterarie, drammatiche, scientifiche, didattiche, religiose, tanto se in forma scritta quanto se orale. Ecc.