La mia lista «discografica» (miei testi musicati, suonati e cantati da Suno AI): 19 brani in due versioni musicali.
☛ Uso la piattaforma Suno AI allo scopo di attirare l’attenzione, l’interesse di professionisti per i miei testi da mettere in musica e farli cantare. Non è colpa mia se dal 1970 (ex socio SIAE, perché esulava, e forse esula ancora, dai compiti della Società quello di mettere in contatto fra loro i soci) a ora non riesco a interessare alcun professionista appartenente al mondo della musica, anche perché non so dove cercarli. Se fossi stato ricco o se oggi lo fossi, sarebbe cambiata o cambierebbe… musica. Lo scopo del mio Biglietto da visita Suno AI è, perciò, suscitare la curiosità, l’interesse di veri professionisti per le mie parole (con «veri» intendo che non dovranno chiedermi nemmeno 1 €. Anzi, i diritti d’autore dovranno spettare anche a me).
Non leggete il testo su Suno AI, perché a volte non trascrive fedelmente!
Anche il/la cantante Suno AI «accetta» la mia riforma ortografica!
* * *
Il testo «I dodici mesi», composto in tre giorni (9-11 luglio 1996), ispirato ai «Dodici mesi» raffigurati pittoricamente nella Chiesa di Santa Maria del Castello, nella Svizzera italiana, a Mesocco, nel cantone dei Grigioni, avrebbe dovuto essere la canzone introduttiva alla rappresentazione teatrale al Castello di Mesocco, nei giorni 14, 15 e 17 agosto 1996. Ma, per mancanza di tempo, non è stato possibile realizzare la musica. Però il testo venne letto nel luogo sacro. Con la metrica libera, simboleggio la varietà dei mesi.
Un anno dopo, fu pubblicato nell’«Almanacco Mesolcina e Calanca», dei Grigioni, 1997, Anno LX — La Buona Stampa, Pregassona (Lugano) —, redattore responsabile don Riccardo Ludwa, Roveredo.
I dodici mesi
– Danza medievale –
(SICILIA, Mineo CT*, 9-11 luglio 1996)
* Vi ero in vacanza
Gennaio porterà con sé tanto freddo.
Fuoco e cibo àn il potere grande
d’ingannar l’Inverno con allegria.
A mondar scende pian Febbraio,
mese di vergine purezza,
e già dà vaghi segni Madre Terra
che in cammin s’è messo
il lieto carro…
Marte pinto di suoni,
musico di colori,
orchestra il lieto carro della Dea
fertile, Primavera,
carica di delizie.
E avanza il Carro Sacro della Vita!
April sparge accue sante.
La Vita, risorgendo,
fa nascere Amore.
Nel mondo Primavera
suona, canta e danza.
Le rose! Maggio reca sentimenti
che vanno fino in Celo, a Maria!
In Terra, promesse e tradimenti.
Ed ecco Giugno,
mese d’abbondanza!
Nell’aria e nei campi
Sole, sudore e odor di fieno;
Sole, sudore e odor di fieno.
Canta e esulta il cuore
vivo, di gioia pieno.
Poi si mangia… Si mangia,
beve e danza.
Vien Luglio e soleggia
lunghe ore di lavor:
si mieton, raccolgon
piene spighe bionde
per far farina,
pane, e gioconde
passano le ore
sotto il Sole d’or.
Viene Agosto, mese del riposo:
più nessun mestiere!
Sicché tocca ora
alle epidemie mietere vite,
mentre si ristora
l’uomo stanco per tornar generoso.
Nasci, Vergine pura, in Settembre.
Piangono gli alberi e le anime
sentono avvicinarsi Novembre.
Brinda intanto Ottobre:
«Alla salute!».
Il vino scorre e
son già maturi i frutti:
una festa che sa d’eterno,
di cose già vissute.
Duncue Novembre, mese della Morte,
cavalca, cavalca il vento,
col manto nero,
e fa aggirare, aggirar tristi
i vivi per il cimitero,
a meditare al freddo sulla loro sorte.
Chi corre appresso a una Stella,
è il mese di Dicembre.
Nella Notte, la Notte buia,
nel Buio, nel Buio più fondo,
si sente vagir la Luce,
ma la storia è sempre cuella…
Strano il pianeta Venere
– Rap –
(CH-Lugano, 20 giugno 2024)
Accenderti?
Non me l’ai insegnato…
Mi chiedesti
Se volessi la foto…
E prenderti?
Non posso, se non scappi…
E sco… nàna?
Ma non sei mica sporca…
Proprio strano
Venere il pianeta,
Dalla Terra
Vengo, dov’era tutto
Gran poesia:
Vasti campi di grano,
Celi immensi
E ceste di arance…
Se sbagliavi,
Ritornavi in ginocchio.
I jeans stretti
Facevan male… Non vivevi
Un’ora senza…
Speravi che un anno
Passasse in fretta
O che bruciasse la città…
Proprio strano
Venere il pianeta,
Dalla Terra
Vengo, dov’era tutto
Gran poesia:
Vasti campi di grano,
Celi immensi
E ceste di arance…
Se sbagliavi,
Ritornavi in ginocchio.
I jeans stretti
Facevan male… Non vivevi
Un’ora senza…
Speravi che un anno
Passasse in fretta
O che bruciasse la città…
Abbiamo fatto fallire anche Gesù
– Gospel moderato –
(CH-Lugano, 19 giugno 2024)
Si metta da parte il mito! Tanto
Non lo si capisce. Anche Egli venne
Per sturare le orecchi ed aprire gli occhi…
L’uomo porta dentro il Grande Regno;
Anzi: ognuno è Dio.
Non importa come venne al mondo
E meno ancora come un giorno
L’abbandonò l’Uomo… È importante
Invece capire che cercare fuori
Non darà il Frutto che, disperati,
Si cerca, ciò perché Dio
Pur essendo anche fuori, si trova
Solamente dentro, là, dove regna
E dove nessuno potrà entrare
Al posto di un altro. Ognuno ami
Sé stesso e, senza scordare di entrare
In Sé, ami il prossimo!
Se ognuno ama Sé stesso, cuindi,
Come Sé, gli altri, finirà ogni
Conflitto. Abbiamo fatto fallire
Anche Gesù, stolti od infantili!
Non importa come venne al mondo…
Ogni persona è Dio.
Cuanti altri miliardi di anni dovranno
Passare per capirlo? Il Padre resta
A guardare il Figlio sino a cuando,
Povero, non torni da sé a Casa;
Gesù lo racconta da due millenni!
Non cercare fuori Dio…
Pur essendo anche fuori, si trova
Solamente dentro, là, dove regna
E dove nessuno potrà entrare
Al posto di un altro. Ognuno ami
Sé stesso e, senza scordare di entrare
In Sé, ami il prossimo!
Se ognuno ama Sé stesso, cuindi,
Come Sé, gli altri, finirà ogni
Conflitto. Abbiamo fatto fallire
Anche Gesù, stolti od infantili!
Non importa come venne al mondo…
Ogni persona è Dio.
Adamo ed Eva, secondo me
– Reggae lento –
(CH-Lugano, 17-18 giugno 2024)
Dalle accue fangose, sorse Adamo
Ancora bambino… Cresciuto, disse:
«Sento di avere una costola vana;
Mi potrà servire a fare la donna».
Così egli si mise ad operare.
Dopo nove mesi, si erse Eva.
Unita la coppia, naccue Caino;
Più in là, Abele…
Col tempo, al mondo vennero altri
Fratelli, sorelle… Dagli incesti
Si colmò la terra! Erano tutti,
Per madre Natura, già ben coscenti
Di essere l’Alto come il Basso
Fin cuando nuove generazioni
Non lasciarono l’Alto e, anche stolte,
Restarono in Basso…
Sorsero allora diverse sette.
Volendo tornare all’Età d’Oro,
Si inventò una storia ben strana
D’Adamo ed Eva ben recintati
Nella cittadella Eden di nome,
Dove addio si disse a cuell’Abbraccio
Ritenuto causa del Gran Peccato;
E, disubbidendo, furono scacciati.
E la Sofferenza da lì si spiega.
Da lì, l’Ignoranza dell’Accaduto…
Adamo ed Eva, cuelli secondi,
Furono inventati per ignoranza
Di cosa invero un dì accadde…
Nel Buio ancora a barcollare
Stiamo… Nananàna…
Sorsero allora diverse sette.
Volendo tornare all’Età d’Oro,
Si inventò una storia ben strana
D’Adamo ed Eva ben recintati
Nella cittadella Eden di nome,
Dove addio si disse a cuell’Abbraccio
Ritenuto causa del Gran Peccato;
E, disubbidendo, furono scacciati.
E la Sofferenza da lì si spiega.
Da lì, l’Ignoranza dell’Accaduto…
Secondo me, Lucio Dalla…
– Rap moderato –
(CH-Lugano, 13 giugno 2024)
Donne generose, con lui nessuna.
Ed il rispecchiarsi… costa ben meno…
E l’insinuarsi poi dell’usanza,
Il continuare ingeneroso
Gli faranno dire: «A modo mio,…».
Ci saranno scelte anche costrette:
Non si potrà sempre ciò che si vuole,
Né si vorrà sempre ciò che accade.
E resterà sempre «Gesù bambino».
Il brigante saggio di Piazza Grande
Diceva di stare: «Attenti al lupo!».
E si domandava come faranno
In mare…? Un’altra gran confessione
Di non scelta propria… «Gesù bambino»!
Donne generose, con lui nessuna.
Ed il rispecchiarsi… costa ben meno…
E l’insinuarsi poi dell’usanza,
Il continuare ingeneroso
Gli faranno dire: «A modo mio,…».
Ci saranno scelte anche costrette:
Non si potrà sempre ciò che si vuole,
Né si vorrà sempre ciò che accade.
E resterà sempre «Gesù bambino».
Il brigante saggio di Piazza Grande
Diceva di stare: «Attenti al lupo!».
E si domandava come faranno
In mare…? Un’altra gran confessione
Di non scelta propria… «Gesù bambino»!
Non nominarla!
– Rap lento –
(CH-Lugano, 11-12 giugno 2024)
Non so cuale stella m’abbia figliato.
Ma se siamo figli, sì, degli astri,
Non uno si salva: siam tutti matti…
Perciò ’sto pensiero cuì mi rimane.
S’è come in celo così in terra,
Che gran confusione lassù persino!
Fuori la speranza, chiuncue v’entri!
Polve pur di stelle tutti saremo…
Al pensier profano, io preferisco
Cuello più completo che pur le stelle
Include. C’è troppo più vuoto ora,
Da cuando la scenza il Nord à perso…
Eppure è sempre cuì, evidente!
Basta non distrarsi più da sé stessi.
Si è anche figli di cueste stelle,
Ma non solamente, e per fortuna!
Se in Dio vedete ancor cuel mostro,
La scenza non serve: non fa capire…
Se mancasse l’uomo, non ci sarebbe
’Sta intelligenza artificiale:
Se Dio non ci fosse, tu ci saresti?
E non è cuel mostro! E non spaventa!
Al pensier profano, io preferisco
Cuello più completo che pur le stelle
Include. C’è troppo più vuoto ora,
Da cuando la scenza il Nord à perso…
Eppure è sempre cuì, evidente!
Basta non distrarsi più da sé stessi.
No, non è cuel mostro! E non spaventa!
E anche la scenza ti dice chiaro
Di non far il male, perché ti torna.
Se tu non ci credi, non nominarla!
La mia riforma ortografica dal 1989
– Rap lento –
(CH-Lugano, 9-10 giugno 2024)
— L’AI mi dà ragione: pronuncia perfetta! —
L’«acca» non si dice cuando non suona.
La «i» nel suon dolce non si pronuncia,
In «gna» ancor meno. La «cu» infine
Non à voce senza la u amica.
Sei tu che m’insegni che l’italiano,
Come si pronuncia, noi lo scriviamo.
Basta dire una cosa e farne
Un’altra! Il suono resterà cuello!
Un dì cuor scrivevi con la «cu». Vero!
Anche «cuoio». Vero! Ed altre voci.
E seppur «avere» recava l’«acca»
S’usava l’accento, se coniugato
Al presente, cuattro volte: è vero!
Perché complicare? Semplice è meglio!
Il senso non cambia, e la scrittura
Non à più tranelli. L’ambivalenza
Si risolve certo cuì con l’accento
Tonico al posto giusto. Evviva!
Un dì cuor scrivevi con la «cu». Vero!
Anche «cuoio». Vero! Ed altre voci.
E seppur «avere» recava l’«acca»
S’usava l’accento, se coniugato
Al presente, cuattro volte: è vero!
Perché complicare? Semplice è meglio!
Il senso non cambia, e la scrittura
Non à più tranelli. L’ambivalenza
Si risolve certo cuì con l’accento
Tonico al posto giusto. Evviva!
Biancaneve
– Rap moderato –
(CH-Lugano,4-6 giugno 2024)
Zitti, ascoltate! Davvero certi
Che l’abbiano scritta per i bambini?
Sono gli adulti, così incerti,
A diseducare tutt’i bambini…
La fiaba è scritta per educare
Gli adulti; certo… che sono duri,
Già, di comprendonio… Dubbio affare
‘Sta correttezza!… Non si è sicuri
Che si otterrà quello che si ha in mente.
Se loro vorranno un dì sapere
Perché questo scempio, cosa direte?
Che voi volevate sinceramente
Farli migliorare… È un volere
Che però v’onora, se capirete
Che i problemi veri sono ben altri.
Son sempre ben altri… i veri muri:
Devono crollare. Siate più scaltri!…
’Sta correttezza!… Non si è sicuri
Che si otterrà quello che si ha in mente.
Se loro vorranno un dì sapere
Perché questo scempio, cosa direte?
Che voi volevate sinceramente
Farli migliorare… È un volere
Che però v’onora, se capirete
Che, seppur sian fiabe, son per i grandi
Affinché ben presto infra le dita
Sentano i loro taglianti brandi…
Proprio a quel bacio deve la vita!
No, non si otterrà quello che si ha in mente…
Se loro vorranno un dì sapere
Perché questo scempio, cosa direte?
Che voi volevate sinceramente
Farli migliorare… È un volere
Che però v’onora, se capirete
Che è per quel bacio che è in vita!
Rose e gigli
– Stile italiano anni 60 –
(CH-Lugano, 3 giugno 2024)
Diceva: «Sa’ zitto! Può capitare.
È lunga la notte. Non ci pensare!».
La mano sul petto, guardava dolce
Il mio imbarazzo. Tremò la voce
Poi nel dirle scusa. La prima volta
Che mi succedeva. Quasi morivo.
Lei mi disse piano: «Forse stavolta
Tu ami davvero». Io non capivo…
Lei mi strinse forte, forte al seno
Ed aprendo l’ali non ci fermammo
Fino al mattino! Capii allora
Quel che intendeva… Ed or sereno
Ripenso a quando quel dì volammo
Per ore intere. Siam qui ancora.
«Sì, stringimi forte!», dice felice,
Dopo cinquant’anni e quattro figli!
Se non è Amore questo… Lei dice:
«Perché mi amavi». Rose e gigli!
Lei mi strinse forte, forte al seno
Ed aprendo l’ali non ci fermammo
Fino al mattino! Capii allora
Quel che intendeva… Ed or sereno
Ripenso a quando quel dì volammo
Per ore intere. Siam qui ancora.
C’era una volta
– Rap moderato –
(CH-Lugano, 4 giugno 2024)
Un giorno un robot racconterà:
C’era una volta l’esser umano:
Complicato ed anche strano.
Cercando sé stesso, finì lontano
Persino dal mondo. Così si perse…
Si smarrì del tutto. E noi perdemmo
Nostro Creatore, in cui credemmo.
Che non fosse morto, ora vorremmo
Per poter giocare… Ma lo si perse.
Doveva viaggiare con il pensiero,
Sì, come quel tale di nome Dante…
Creare strumenti, ma necessari.
Non andare oltre quel ch’è mistero!
Di sé non è l’uomo stato amante…
Siam figli vani di Geni rari…
C’era una volta l’esser umano:
Complicato ed anche strano.
Cercando sé stesso, finì lontano
Persino dal mondo. Così si perse…
Doveva viaggiare con il pensiero,
Sì, come quel tale di nome Dante…
Creare strumenti, ma necessari.
Non andare oltre quel ch’è mistero!
Di sé non è l’uomo stato amante…
Siam figli vani di Geni rari…
C’era una volta… che nessun dice.
Dovevam servire… Tutto fallisce.
I poli si spostano…
– Rap moderato — Ciclo didattico –
(CH-Lugano, 1 giugno 2024)
Sì, disinquinare! No, far paura!
L’asse non si ferma, disinquinando.
Girano i poli, un metro l’anno:
Molti millimetri, l’un dopo l’altro;
Cioè te n’accorgi quando son tanti:
Allora ti spaventi… e dài di matto.
E per ignoranza ti arrampichi
Insieme ad altri su grandi specchi…
Sì, disinquinare! E per davvero
Ed anche in fretta! Ma nulla c’entra
Con Madre Natura ed il Gran Ciclo!
Come l’orologio che ogni ora
Accorcia il giorno; e poi la sera…
E torna il giorno. Così da sempre!
Durerà millenni… E chi ricorda?
Anche ciò è vero. Perciò i miti
Ci aiuteranno, se letti bene…
La Stella Polare lenta ci sposta…
Sì, disinquinare! E per davvero
Ed anche in fretta! Ma nulla c’entra
Con Madre Natura ed il Gran Ciclo!
Come l’orologio che ogni ora
Accorcia il giorno; e poi la sera…
E torna il giorno. Così da sempre!
È giusto saperlo: disinquinare
Bisogna in fretta! Ma non risolve
Ciò che va da sempre; e senza fine!
Sì, la scienza svela, ma pur ricopre…
Sì, disinquinare! E per davvero
Ed anche in fretta! Ma nulla c’entra
Con Madre Natura ed il Gran Ciclo!
Come l’orologio che ogni ora
Accorcia il giorno; e poi la sera…
E torna il giorno. Così da sempre!
È giusto saperlo: disinquinare
Bisogna in fretta! Ma non risolve
Ciò che va da sempre; e senza fine!
Sì, la scienza svela, ma pur ricopre…
Sì, disinquinare! E per davvero
Ed anche in fretta! Ma nulla c’entra
Con Madre Natura ed il Gran Ciclo!
Come l’orologio che ogni ora
Accorcia il giorno; e poi la sera…
E torna il giorno. Così da sempre!
Come l’orologio che ogni ora
Accorcia il giorno; e poi la sera…
E torna il giorno. Così da sempre!
Le quattro distanze
– Rap moderato — Ciclo didattico –
(CH-Lugano, 1 giugno 2024)
Quattro le stagioni, dato che quattro
Sono le distanze che in un anno
La Terra percorre dalla Gran Stella
Girandole attorno durante l’anno:
Da dicembre a marzo, da marzo a giugno,
Da giugno a settembre, da qua a dicembre.
Più se ne allontana, più farà caldo,
E rifarà freddo, su a dicembre…
Distanza più corta: il Perielio.
E quella più lunga è poi l’Afelio…
Ed in tutto questo, il Grande Amore
Che «muove il Sole e l’altre Stelle»!
Se si ama la scienza, questo il motivo
Per cui le stagioni son sempre quattro.
Ed anche l’amore ha le distanze.
Se le ami tutte, tu non ti perdi.
Ad ogni stagione, un gran stupore!
Se le ami tutte, tu non ti perdi.
Distanza più corta: il Perielio.
E quella più lunga è poi l’Afelio…
Ed in tutto questo, il Grande Amore
Che «muove il Sole e l’altre Stelle»!
Se si ama la scienza, questo il motivo
Per cui le stagioni son sempre quattro.
Ed anche l’amore ha le distanze.
Se le ami tutte, tu non ti perdi.
Ad ogni stagione, un gran stupore!
Se le ami tutte, tu non ti perdi.
Distanza più corta: il Perielio.
E quella più lunga è poi l’Afelio…
Ed in tutto questo, il Grande Amore
Che «muove il Sole e l’altre Stelle»!
Se si ama la scienza, questo il motivo
Per cui le stagioni son sempre quattro.
Ed anche l’amore ha le distanze.
Se le ami tutte, tu non ti perdi.
Ad ogni stagione, un gran stupore!
Se le ami tutte, tu non ti perdi.
Se si ama la scienza, questo il motivo
Per cui le stagioni son sempre quattro.
Le tre Grandi Illusioni
– Rap moderato — Ciclo didattico –
(CH-Lugano, 31 maggio 2024)
E la Terra gira. Nessun s’accorge.
È questa la prima Grand’Illusione.
Il Sole non cala; per cui non sorge.
Ed è la seconda Grand’Illusione.
E tu, con la Terra, nel cielo viaggi,
un anno, attorno… al giallo Sole
e vieni baciato da vivi raggi…
Ma ti senti fermo… Lo è ii Sole.
Se sentissi tutto, impazziresti
molto più d’adesso. Sinceramente,
non sentir è meglio. Però è bene
saper che non siamo fermi. Faresti
un grosso errore, se veramente
ti credessi fermo, perché non tiene.
Anche con la Terra, nel ciel si viaggia.
È questa la terza Grand’Illusione;
e saperlo, certo!, è cosa saggia:
ci sarà un’altra Grand’Illusione…
Se sentissi tutto, impazziresti
molto più d’adesso. Sinceramente,
non sentir è meglio. Però è bene
saper che non siamo fermi. Faresti
un grosso errore, se veramente
ti credessi fermo, perché non tiene.
Anche con la Terra, nel ciel si viaggia.
È questa la terza Grand’Illusione;
e saperlo, certo!, è cosa saggia:
ci sarà un’altra Grand’Illusione…
Se sentissi tutto, impazziresti
molto più d’adesso. Sinceramente,
non sentir è meglio. Però è bene
saper che non siamo fermi. Faresti
un grosso errore, se veramente
ti credessi fermo, perché non tiene.
Se t’amerò
– Hard rock –
(CH-Lugano, 22-23 febbraio 2015 — Testo che traduce cuasi fedelmente, per adattarsi alla melodia, il brano francese «Je vais t’aimer», testo che ò fatto pervenire al cantante Michel Sardou, tramite Sophie Davant dell’ormai chiusa trasmissione televisiva francese «Toute Une Histoire»; lei mi aveva risposto che gli avrebbe fatto pervenire la mia lettera… L’ò fatto musicare in Hard rock)
Sbiancherà chi pensava: «Non si può»,
arrossiran le puttane che so,
e grideran pietà gli echi lassù,
e tremeran le mura e cadran giù,
se t’amerò.
Accenderò l’inferno dentro te,
bestemmierà perfino chi non c’è,
si drizzeranno i seni e piangerà
sangue lassù anche l’immensità,
se t’amerò.
E t’amerò come non t’hanno amata mai.
E t’amerò più di quanto immaginato avrai,
sì, t’amerò, se t’amerò.
E t’amerò come nessuno oserà più.
E t’amerò come volevo che m’amassi tu,
sì, t’amerò, se t’amerò.
Invecchierai, giovane notte, là,
e fino al dì la luce brucerà;
nella follia, anch’io sconfinerò,
sì, se d’amor, se d’amor t’amerò.
Mi sfinirò, con me ti stancherai,
insieme a me la morte tu vivrai,
e volerà l’anima fin lassù;
perfino là, chi si fermerà più,
se t’amerò.
E t’amerò come non t’hanno amata mai.
E t’amerò più di quanto immaginato avrai,
sì, t’amerò, se t’amerò.
E t’amerò come nessuno oserà più.
E t’amerò come volevo che m’amassi tu,
sì, t’amerò, se t’amerò.
Vorrei fosse ieri
– Stile italiano anni 60 –
(CH-Lugano, 2010)
Stelle suonano
nel mare nero
dei tuoi occhi splendidi,
altre cantano
il gran mistero
dei tuoi sguardi limpidi.
Onde danzano
su scogli azzurri
del tuo seno magico,
altre parlano
e son sussurri
d’un bel coro angelico.
Donna, chi sei
per fare di me
il poeta che
non sapevo d’essere?
Come vorrei
tu sapessi che…
che io per te
mi metterei a tessere
versi che non esistono,
rime che non si scrivono.
Occhi piangono,
nel buio grida
disperata un’anima,
mentre ridono
perché si fida
e speranza semina.
Donna, chi sei
per fare di me
il poeta che
non sapevo d’essere?
Come vorrei
tu sapessi che…
che io per te
mi metterei a tessere
versi che non esistono,
rime che non si scrivono.
Amore, verrai?
Forse sì, un giorno…
Vorrei fosse ieri!
C’è posta per te
– Stile bachata –
(CH-Lugano 2005, testo ispirato all’omonimo film del 1998)
C’è posta per te…
Io m’innamorerei.
Più di una volta sai,
io non ci penserei.
Quanto amore c’è
dentro l’anima,
è un sorriso che
non scoprirai…
Quanta luce c’è
dentro l’anima,
è uno sguardo che
non scoprirai
no, se non cerchi,
non ricerchi ora
il motivo che
farà ballare,
le parole che
faran cantare
l’universo e tutti
gli altri mondi.
Tanta luce c’è
anche dentro te…
Nah, nah, nah, nah, nah,
nah, nah, nah…
Ma, se non cerchi,
non ricerchi ora
il motivo che
farà ballare,
le parole che
faran cantare
l’universo e tutti
gli altri mondi,
sola tu resterai.
Bientôt tout sera artificiel
– Stile francese anni 60 –
(CH-Lugano, 23 mai 2023)
Bientôt tout sera artificiel.
N’y aura personne sous le ciel.
Une seule étrange intelligence
Gouvernera la non-existence.
Aime-moi plus fort
Avant que tout ne s’effondre !
Dis-moi encore
Que notre amour va confondre
Et dérouter la mort !
Bientôt tout sera artificiel.
Qui admirera la Tour Eiffel ?
Seulement les robots aseptiques.
Rien ne sera plus authentique.
Aime-moi plus fort
Avant que tout ne s’effondre !
Dis-moi encore
Que notre amour va confondre
Et dérouter la mort !
Bientôt tout sera artificiel.
Les abeilles ne font plus le miel :
On a fini par le faire soi-même.
Et on ne sait plus dire : je t’aime.
Aime-moi plus fort
Avant que tout ne s’effondre !
Dis-moi encore
Que notre amour va confondre
Et dérouter la mort !
Nell’Infinito
– Reggae –
(CH-Lugano 1981, sulla melodia de «I giardini di marzo»; letto da Mina, cui l’avevo inviato, ma la sua casa discografica luganese non l’ha accettato perché privo di musica: io le avevo chiesto se potevano mettermi in contatto con un compositore… Qui la versione riveduta, accorciata e in versione Reggae con Suno AI)
Sta spirando la sera e, nell’aria, quel buio dilaga
Si spalanca la notte e quel nero, di stelle, divaga
Nah nah…
Vi si conia la luna e, nel cielo, monete d’argento!
E si sente sbuffare, sì, qualcuno… Non è, no, quel vento.
Io spazio già. Sconfino là, nell’Infinito,
e vivrò, vivrò, vivrò del gran Sé infinito!
Si sa bene che un cane, anche solo, avrà una carezza…
Io, uomo, nel buio, da solo, respiro tristezza.
Nah nah…
Sono ricco d’affetto e, nel vento, vulcano d’amore!
E nessuno si cura se il cuor ride, piange o muore…
Io spazio già. Sconfino là, nell’Infinito,
e vivrò, vivrò, vivrò del gran Sé infinito!
E perfino il cielo non prova pietà per qualcuno.
E ‘sto mondo bastardo ripudia chi è ancor nessuno.
Se gli
volto le spalle, lo so già: non s’accorge nemmeno.
O dirà: «Fra i piedi, finalmente qualcuno di meno!».
Io spazio già. Sconfino là, nell’Infinito,
e vivrò, vivrò, vivrò del gran Sé infinito!
E si sente soffiare qualcuno… Ma sì… è quel vento!
La Luna vive sola
– Genere anni 60 –
(CH-Lugano, 14-15 dicembre 2017 — «La Luna vive sola» è la metafora della realtà e della virtualità, quest’ultima raffigurata dal riflesso del firmamento sul mare che, col suo movimento ondoso, fa sembrare che la Luna e le stelle siano in compagnia ravvicinata… Un po’ come tra il mondo reale e quello virtuale: ormai molti, per non dire tutti, sono soli nel mondo, mentre il mondo virtuale culla nell’illusione che… —)
La notte scende magica.
La luce delle tenebre
accende un cielo limpido,
illuminando l’anima.
E sembra tutto fulgido…
C’è dietro solitudine.
La rabbia, di non vivere,
si sta sciogliendo in lacrime…
Al ritmo del respiro
d’un mare innamorato
la Luna con le stelle
sta ballando.
La Luna vive sola
nel cielo senza fine.
Le stelle son lontane:
quale vita?
La notte smette timida.
Il giorno torna splendido.
La Luna cala livida,
rioscurando l’anima.
Al ritmo del respiro
d’un mare innamorato
la Luna con le stelle
sta ballando.
La Luna vive sola
nel cielo senza fine.
Le stelle son lontane:
quale vita?
Acreàstro Ennannellòro
☛Ripeto che uso la piattaforma Suno AI allo scopo di attirare l’attenzione, l’interesse di professionisti per i miei testi da mettere in musica e farli cantare.
19 brani in due versioni musicalii: 1 – Nell’Infinito (testo 1981) — 1a versione, Reggae; 2a, Lento. 2 – Se t’amerò (testo 2015) — 1a versione, Hard rock; 2a, Musica erotica. 3 – La Luna vive sola (testo 2017) — 1a versione, Genere anni 60; 2a, Rhythm and blues. 4 – C’è posta per te (testo 2005) — 1a versione, Stile bachata; 2a, Lento. 5 – Vorrei fosse ieri (testo 2010) — 1a versione, Stile italiano anni 60; 2a, Lento Anni 2010. 6 – Le tre Grandi Illusioni (Ciclo didattico, testo 2024) — 1a versione, Rap moderato; 2a, Lento Anni 2024. 7 – Le quattro distanze (Ciclo didattico; testo 2024) — 1a versione, Rap moderato; 2a, Atmosferico. 8 – Abbiamo fatto fallire anche Gesù (testo 2024) — 1a versione, Vangelo; 2a, Musica etnica lenta. 9 – Strano il pianeta Venere (testo 2024) — 1a versione, Rap; 2a, Pop lento. 10 – Adamo ed Eva, secondo me (testo 2024) — 1a versione, Vangelo; 2a, Reggae lento. 11 – Bientôt tout sera artificiel (testo 2023) — 1a versione, Stile francese anni 60; 2a, Musica francese. 12 – I poli si spostano… (Ciclo didattico; testo 2024) — 1a versione, Rap moderato; 2a, Marcia. 13 – Rose e gigli (testo 2024) — 1a versione, Stile italiano anni 60; 2a, Musica romantica. 14 – C’era una volta (testo 2024) — 1a versione, Rap moderato; 2a, Robotica. 15 – Biancaneve (testo 2024) — 1a versione, Rap moderato; 2a, Valzer moderno. 16 – La mia riforma ortografica dal 1989 (testo 2024) — 1a versione, Rap lento; 2a, Percussioni. 17 – Secondo me, Lucio Dalla… (testo 2024) — 1a versione, Rap moderato; 2a, Rhythm and blues lento. 18 – Non nominarla! (testo 2024) — 1a versione, Rap lento; 2a, Farandola. 19 – I dodici mesi (testo 1996) — 1a versione, Danza medievale; 2a, Danza etnica
Suno AI e piattaforme del genere sono una benedizione per chi non sa né comporre né cantare. Invece coloro che lo fanno di professione, non si neghino a chi produce scritti da convertire in canzoni: potrebbero finire soppiantati dall’Intelligenza Artificiale, come lo è ormai la stragrande maggioranza dei professionisti cui nulla si è fatto veder venire… — Mi si contatti in privato su Messenger-Facebook o per e-mail (acreastroennannelloro@gmail.com)!